Il mondo odierno è caratterizzato da numerosi fenomeni e processi connessi e interdipendenti, che risultano molto complessi da interpretare: cresce la consapevolezza dell'insostenibilità dell'attuale modello di sviluppo che ha aumentato le differenze di opportunità fra chi detiene o meno la possibilità di accedere alle ricchezze, alle conoscenze e alla tecnologia. È necessario sostituire l’idea di Paese sottosviluppato nel quale trasferire aiuti e cultura con quella, più coerente con lo scenario globalizzato attuale, di Paese impoverito a causa del modello di economia dominante, al fine di rendere protagonisti i territori, valorizzando ciò che già esiste e favorendo il coinvolgimento degli attori locali, attraverso atteggiamenti di riappropriazione delle risorse e delle ricchezze territoriali e culturali e la promozione di percorsi di formazione e informazione. Si delinea al contempo una dimensione spaziale glocale, nella quale il livello internazionale è sempre più interconnesso alle singole località e peculiarità territoriali, e viceversa. In questo contesto, la promozione di una cultura della pace, della tutela dei diritti umani e della giustizia sociale si pone come prospettiva imprescindibile.

Penso che la cosa più eccitante, creativa e fiduciosa nell'azione umana sia precisamente il disaccordo, lo scontro tra diverse opinioni, tra diverse visioni del giusto, dell'ingiusto, e così via. Nell'idea dell'armonia e del consenso universale, c'è un odore davvero spiacevole di tendenze totalitarie, rendere tutti uniformi, rendere tutti uguali.  (Zygmunt Bauman)